In questi giorni sono, mio malgrado,
diventato un assiduo frequentatore della Metro torinese.
Un normale fruitore potrebbe notare
quello che lo circonda con occhi ignari e frettolosi, preso dal ritmo
frenetico della giornata. Io invece, tanto per cambiare, resto
affascinato dagli scenari che scorgo, tra persone invischiate nei
loro smartphone e gli spintoni di chi ha più fretta di te. Immagino
situazioni improbabili, in un miscuglio di ricordi postapocalittici,
figli di Fallout o Metro2033 o di avventurosi inseguimenti alla James Bond.
Neppure i cunicoli, in cui le carrozze
sfrecciano veloci, illuminati a giorno dai neon, possono sfuggire a
chi fantastica mondi paralleli, con il tarlo di chi, alla fine, è
sempre pronto a raccogliere emozioni.
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