Ieri, durante il confronto con una nuova correttrice di bozze, ci siamo soffermati ad analizzare una frase, che almeno secondo il suo giudizio fosse molto diversa dal mio solito stile narrativo:.
Qui di seguito il pezzo in questione:
"Rapidamente rientrò in casa con l'oggetto tanto agognato per ritrovarsi faccia a faccia con sua nonna, coinquilina tuttofare, salvezza del suo focolare.
Curiosamente abbigliata come se il tempo si fosse fermato, la sua bassa statura, accentuata dagli anni e dalla fatica, mal celava la grinta di chi ha sudato per ottenere qualsiasi cosa.
I suoi piccoli occhi scuri, incavati tra le rughe profonde, contenevano a stento la compassione per quel nipote ormai solo al mondo, che accudiva da sola, e che a sua volta aiutava a vivere il resto della sua lunga esistenza.
In uno strano rapporto di amore e sopportazione, per le intemperanze del nipote, gioiva per le sue conquiste e sbuffava per la vita sregolata e piena di cose per lei lontanissime."
Sinceramente non so cosa mi abbia spinto in questo punto a scrivere in questo modo, forse un po' troppo aulico, ma d'effetto, almeno a detta dell'interlocutore. Forse sono i ricordi del mio passato che riaffiorano, o forse ero ispirato, concentrato, stralunato, non lo so. Spero solo di riuscire a comunicare quel che sento, in quest'opera, in quelle future e passate, con la stessa intensità.
P.S.: Il testo non è ancora quello definitivo, ma gli errori li ho lasciati giusto per dare un quadro d'insieme alla mia follia di scrivano viaggiante, e poi perché l'elenco dei refusi è ancora in mano al correttore di bozze :)
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