Stamattina, nel mio solito spostamento al lavoro, mi sono inbattuto in una persona che mi ha particolarmente incuriosito, e che vorrei portare alla vostra attenzione, per il suo curioso comportamento.
Di fronte a me era seduta una donna, sicuramente di origini arabe, visto anche il linguaggio usato al telefonino, in una lunga chiaccherata fino al suo capolinea. Il volto incorniciato in uno hijab scuro, ma indossando abiti occidentali, se ne stava lì seduta a sfogliare una rivista di piccolo formato, mentre la conversazione a tratti divertita proseguiva senza sosta.
Il mio sguardo però cadendo sul contenuto di quel libretto mi ha stupito non poco: era un catagolo di una nota casa produttrice di cosmetici per la vendita porta a porta.
Questo strano dettaglio mi ha portato a indagare oltre, osservando un eventuale trucco o qualche altro segno di emancipazione, ma nulla. La donna intanto annusava i campioni di profumo presenti sulle pagine del catalogo, osservava attentamente i colori e le nuance dei rossetti, per poi riporre il tutto nella sua borsetta e apprestarsi a scendere. Chissà se quel piccolo vezzo non sia in realtà una via verso la propria libertà? Non avrò mai modo di scoprirlo, ma me lo auguro, fortemente...
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