Oggi cade uno di quegli anniversari che preferirei tanto non ricordare, eppure, nonostante siano passati ormai dieci anni, tutto è ancora così vivido nella mia memoria.
Gli scossoni, le urla della gente impaurita, l'odore dei circuiti elettrici andati in corto, il senso di impotenza e l'impossibilità di uscire dalle carrozze deformate dall'interminabile corsa su un fianco.
Poi i soccorsi, il senso di vuoto nel vedere quei teli bianchi distesi a pochi passi da te, la tensione che a poco a poco lascia la paura, il panico per ogni singola vibrazione avvertita, su un mezzo in movimento e il ricordo, incancellabile, immutato nel tempo e nello spazio, che rivivo come uno spezzone di un cortometraggio ripetuto all'infinito, sempre così uguale, eppure, immancabilmente così terrificante. Sono sopravvissuto, con le mie cicatrici e tanta voglia di vivere, di sopravvivere a me stesso e alle mie paure.
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