In questo tempo in cui tutto si deve esporre sulla pubblica piazza dei social network, una persona riservata e schiva come me, fatica a emergere.
Sono subissato dalle attività promozionali e dai racconti di vita di centinaia di persone che si prodigano nell'acquisire una propria visibilità, che a volte mi stupisco di come riescano a trovare la voglia e sopratutto il tempo, per tutta questa attività promozionale.
Io fatico a malapena a scrivere queste poche righe, queste memorie di vita, con una cadenza che non supera il post al giorno e mi ritrovo a gareggiare con omologhi aspiranti scrittori che postano almeno dieci o più articoli e post sui vari social network, senza parlare di foto, commenti, like e via discorrendo. Direi che è ora di gettare la spugna e rassegnarsi all'idea che l'anonimato sia la mia unica forma di sopravvivenza, in questo contesto di sovraesposizione...
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