In questo particolare periodo della mia vita mi ritrovo a dover correre continuamente, per mete e lidi che spesso non richiederebbero tutta questa frenesia.
Forse dentro di me il ticchettio del tempo si è messo a risuonare più forte e quello che potrei fare con una certa flemma voglio portarlo a compimento, prima, subito.
Sarà l'età che avanza e che mi fa sembrare i miei obiettivi così lontani che mi spaventa l'idea di non riuscire mai a raggiungere niente di buono in tempo utile, prima della fine, prima dell'inevitabile volgere degli eventi, che prima o poi colpisce tutti noi. E' da quella maledetta mattina che vivo questa inquietudine, dall'incidente, dal quel deragliamento che ritorna più e più volte nella mia mente. Con quell'immagine sopraggiunge l'ansia di non aver fatto nulla di concreto, di non aver raggiunto almeno uno dei miei sogni personali, di non aver scritto abbastanza, pubblicato qualcosa...
Insomma, ho paura di non lasciare nulla di me, e forse questo pensiero, questo tormento è il solo, il giusto stimolo per uscire dal guscio della timidezza, dei miei limiti, dei miei poveri mezzi, per tentare di non essere sono un numero, un'insignificante granello di sabbia disperso nell'universo.
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