Da molti anni ormai conosco e leggo i lavori di questo baldo siracusano, che ha da sempre con molta passione e dedizione portato avanti la sua intraprendenza letteraria e le sue produzioni.
In questo suo ultimo lavoro, Il cibo dei topi, emergono chiaramente la sue grandi passioni: la sua splendida città e la fantascienza.
Tra accurati scorci della sua Siracusa e il gusto un po' anni '50 per le invasioni aliene, Francesco accompagna il lettore nei meandri di una paura atavica che l'uomo, e lo scrittore, nutrono verso le arvicole sin dall'antichità. Qui però l'apparenza, come spesso accade nei romanzi di genere, inganna, e apparenti topi di fogna rivelano in realtà un piano letale per la distruzione del genere umano. Seguire la trama e il suo epilogo vi porterà a vivere un'avventura a tratti drammatica, ma vi consiglio di prestare attenzione alla cura con cui l'autore descrive i luoghi in cui si ambienta il romanzo, avrete modo di scoprire le meraviglie di una delle più antiche città della Magna Grecia.
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