Quando si scrive qualcosa a volte ci si sofferma su quello che si può arrivare a suscitare nel lettore. Quali siano gli stimoli che si riescono ad indurre, tra le righe sudate, tra le parole pensate più e più volte, magari lette distratamente, in una pausa, in una notte insonne, sotto l'ombrellone.
Non ho molti ritorni in tal senso e mi accontento di sentire i complimenti, le osservazioni di chi si prende la briga di leggermi, e non vado oltre.
Questa volta invece, tutto questo si è tradotto in un quadro, un lavoro anche piuttosto complesso, così come si può intuire da quest'immagine e dal blog della sua autrice.
Un'opera su legno, con insetti tridimensionali, cavi a rappresentare le connessioni neurali, il contrasto tra il nero e i colori, tra il freddo e la natura, tra la negatività e i sogni di un bambino.
Sono esterefatto, felice, immensamente grato a Katia per questa sua realizzazione, non penso di poter desiderare di più, oltre alla gioia di questo momento.
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