Durante un paio di sessioni dell'avventura che sto sviluppando, in vista di una nuova pubblicazione, mi ha permesso di provare uno degli aspetti spesso poco sfruttati, ma almeno a mio giudizio piuttosto interessanti durante una campagna, in Faith Empire, e più in generale, nel gioco di ruolo.
L'assoluta assenza di indizi o di situazioni di pericolo.
La mancanza di qualche appiglio di indagine.
Insomma, il brancolare nel buio alla ricerca di un qualcosa che di fatto non c'é o meglio non si manifesta subito.
A prima vista può sembrare noioso il girovagane senza nessuna risposta in un luogo, sia esso un bosco medioevale, o un complesso di una stazione spaziale, senza cavare un ragno dal buco, ma questa fase interlocutoria ha uno scopo ben preciso: assaporare l'azione, che di lì a poco si scatenerà, ma sopratutto limitare l'idea di onnipotenza che ogni giocatore ha un po' del suo personaggio, al momento della sua creazione e intepretazione. La frustrazione derivata noto che in qualche modo rende più credibile i successi e le sconfitte che il giocatore dovrà affrontare. Inoltre, l'effetto 'quiete prima della tempesta' ha sempre un effetto suggestivo, sicuramente molto gratificante per il Master. Vedremo ora se i baldi eroi riusciranno a proseguire nella loro impresa, io intanto mi beo del fatto di averli coinvolti al punto giusto...
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