C'era un tempo in cui era il mecenate, in cambio di bellezza e arte, sovvenzionava l'artista, lo accudiva e lo preservava dalle sventure e dalla miseria.
Poi giunse il periodo in cui si preferiva lasciare il creativo al proprio destino, magari spingendolo a diffondere le sue creazioni, con contratti capestro che spesso portavano alla disperazione.
Ora, invece, è l'artista che deve mantenere il circo, pagando per esporre, per presentare, per pubblicare. Non importa che sia bravo, non interessa a nessuno, l'importante è che paghi, che finanzi, che tenga a galla personaggi senza scrupoli che impoveriscono tutti i settori, diffondendo mediocrità e demerito. L'unico rimedio, almeno dal mio punto di vista, è negarsi a queste offerte, spezzare la catena della vanagloria e rendersi magari conto che, se non si è all'altezza, se nessuno, a meno di un compenso, ti permette di emergere, forse è il caso di restare nell'ombra, per migliorarsi nell'attesa che la pratica o il talento vincano su tutto.
Nessun commento:
Posta un commento