Da più parti ho letto in questi giorni il possibile cambio di rotta del Premio Strega, famoso, quanto discusso premio letterario italiano, e l'intento di aprire ai piccoli e medi editori, finora esclusi dalla competizione.
Sulla carta poteva essere, finalmente, un modo per scrollarsi di dosso la cattiva nomea che questo concorso letterario si porta dietro ormai da tempo, e invece ho scoperto che per 'partecipare' al concorso l'editore deve fornire a titolo gratuito cinquecento copie dell'opera che intende iscrivere al concorso, per fornire adeguate copie ai giurati. Sì, avete capito bene, cinquecento copie. Una cifra insostenibile per un piccolo editore, che di fatto ne preclude la partecipazione a priori. Dopo questo ulteriore scempio, io proporrei un altra cosa, ben più seria, un bell'hagstag, come va di moda in questi tempi 'sociali': #boicotstrega. Esatto, io non comprerò nemmeno per sbaglio uno dei titolo inseriti tra i candidati, sicuramente rivolgendo, come già faccio ora, la mia attenzione verso editori meno blasonati, ma almeno, più trasparenti.
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