venerdì 11 luglio 2014

Concorsi, gabelle ed altri sordidi affari...

Già in passato ho avuto modo di esprimere il mio disappunto verso certi 'meccanismi' che nel nostro paese governano la letteratura e tutta l'arte in generale.
Spesso, troppo spesso, ci si illude che un concorso, una competizione tra artisti, con un giuria e un premio finale, anche simbolico, siano il corretto viatico per comprendere il proprio valore, il livello raggiunto, la capacità di veicolare emozioni.
Invece, appera si riesce a grattare la superficie sfavillante, emerge tutta la ruggine e il marciume, di questo genere di manifestazioni. Quote di iscrizione, spesso ingiustificabili, assegnazioni ad amici e complici, senza alcuna vera valutazione, appropriazione del lavoro svolto in pubblicazioni inutili, persino dannose. C'è qualcosa ancora di sano qui, per un esordiente? Forse sì, però non passa certo per questi canali...

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