A volte, guidati dal caso o meglio, dalla fortuna, incroci la strada di persone speciali, che riescono, nonostante tutto, a lasciarti un segno.
Magari senza clamore, mancando per nascita e carattere di quegli elementi goliardici o fracassoni che molto spesso rimangono più impressi al primo incontro.
Invece, come l'acqua che scorre in un rivo e lentamente, scava la roccia più dura, Numeri a Perdere, nelle sue poche pagine, lascia il segno, ti rammenta fatti, numeri, orrori e mestizie di questa umanità troppo spesso crudele e spietata.
Si dice che i libri sono lo scrigno del sapere, della memoria e anche in questo caso, come in rare altre occasioni, mi sono trovato di fronte a un frammento, un piccolo diamante purissimo, di rara semplicità e bellezza. Il suo lieve alternarsi tra racconto e nuda verità, portano alla luce quello che tutti in fondo sappiamo, ma ci ostiniamo a nascondere nei meandri delle nostre menti sempre troppo indaffarata. Ci ricordano quanto l'indifferenza, il negazionismo, siano i veri mali di questa nostra società apparentemente libera e felice. Ci ricorda che abbiamo il dovere di ricordare...
Ringraziando Roberto per questa splendida recensione, anticipo che gli ruberò "ci ricorda che abbiamo il dovere di ricordare". Qualcuno potrebbe avere qualche perplessità sul "dovere", ma in questi giorni di tragiche alluvioni, mi viene spontaneo pensare alla memoria come un argine che ci protegge dalla furia della Storia.
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