Di ritorno da una breve villeggiatura, dove le antenne Wi-fi e del mio gestore telefonico latitavano, sono stato sommerso da un uragano di notizie non certo piacevoli. Stragi, assassini, il tutto condito da eventi sportivi e notizie di gossip in un miscuglio deleterio e soporifero.
In questa poltiglia ci immergiamo senza comprendere più la gravità dei gesti che vengono perpetrati da prossimo, senza comprenderne i motivi, senza più stupirci dell'orrore che ci viene propinato, senza più destare in noi alcuna reazione, come nel più lucido dei romanzi di un Orwell, sempre più dimenticato.
Eppure, di fronte a tanta violenza, si può solo combattere con le uniche armi a nostra disposizione: l'amore, il rispetto e la tolleranza. Perché si deve uscire da questo torpore mediatico, si deve brandire la propria coscienza, la propria umanità, sfidando le consuetudini, l'istinto, ripudiando questo sensazionalismo dell'odio, vivendo meglio e appieno il nostro quotidiano, con gesti semplici, sinceri e votati all'umanità altrui e pure alla nostra.
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