Non credo ci possa essere altro titolo, senza troppi spoiler, rispetto a una sesta stagione che ha trovato, come al solito, il suo culmine nel finale.
Scontato per alcuni aspetti narrativi, ma sempre provido di quella passione per i personaggi, che dalla penna di George R.R. Martin, passa al piccolo schermo.
A prima vista, con le morti eccellenti occorse nelle varie puntate, si ha come l'impressione che non ci siano dei veri beniamini per lo scrittore, ma in questa ultima stagione si comincia ad intravedere nel disegno complesso, nelle trame che si intrecciano qualcosa di chiaro e distintivo: il desiderio costante di vendetta.
Lo scopo ultimo è sempre quello, il motore delle azioni, anche le più miti, volgono sempre al desiderio di riscattarsi da un torto subito: una morte, il mancato riconoscimento, il mancato amore.
Tutti alla fine pretendono un tributo di vendetta, a discapito di tutto il resto, persino dell'amore.
Forse è per questo che questo telefilm appassiona così tanto: rispecchia il motore e la natura dell'uomo, con un cinismo che lascia poco spazio alla speranza di un mondo migliore.
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