lunedì 23 gennaio 2017

Se c'è da mangiare, allora vado...

In questi giorni assisto al racconto, piuttosto infastidito, di un'amica che sta tentando di organizzare un workshop presso un'associazione di quartiere, soffermandomi sul livello che ormai versa il pensiero collettivo.
Gli eventi in programma sono due, legati allo yoga, all'arte e all'oriente. Il primo si propone di introdurre i partecipanti ai Mandala, il secondo all'Arte Terapia più in generale. Il primo è molto simile al secondo per tematiche, costi e contenuti, ma nonostante questo, non viene considerato come dovrebbe. Il motivo è presto detto, al secondo, grazie alla collaborazione di un ristorante indiano, è abbinato uno sconto per l'apericena, organizzato a conclusione della serata.
Nonostante le segnalazioni del ristoratore e dell'organizzatrice del corso, molti stanno pure cercando di bypassare il corso pur di beccarsi l'agognato sconto, peraltro risibile.
Allora la domanda sorge spontanea: Che senso ha proporre una qualsivoglia attività, se alla fine il pubblico si interessa solo a riempirsi lo stomaco a basso prezzo?

Con questa domanda, dal sapore l'amaro, vi lascio e mi ritiro sgomento... 

Nessun commento:

Posta un commento