Ho avuto modo di vedere, con molto ritardo rispetto all'uscita al cinema, Ender's Game, tratto dall'omonimo romanzo di Orson Scott Card e nonostante la pellicola non mi sia piaciuta poi molto, mi ha portato a soffermarmi su una considerazione legata al genere scifi e ai miei precendenti scritti.
Qui, come in altri lavori, sono i giovanissimi, o addirittura i bambini a reggere le sorti del mondo e a darci qualche volta, una lezione di vita contro le storture della società o semplicemente il rancore che gli adulti provano verso tutto e tutti.
Persino io, in The Dreamer, ho avuto questo stesso approccio: di fronte ai disastri dell'umanità, non resta altro che aggrapparsi alla speranza delle nuove generazioni. Un filone che nel Sol Levante ha tantissimi esempi, tra i robottoni di Trider G7 e Gundam, passando per Akira, fino ad arrivare anche in occidente, come in questo caso, o come nel filone di Hunger Games. Chissà, chi immagina il futuro, ora come in passato, ha la convinzione che solo dall'innocenza di possa sfuggire ai mali del mondo, e forse, come me, è convinto di avere ragione...
Nessun commento:
Posta un commento