In questi ultimi mesi sono rimasto in attesa. Parcheggiato nella speranza che qualcosa si sbloccasse, cambiasse, si muovesse. Invece, come nel più immobile dei pomeriggi d'agosto, nulla si muove. Forse dovrei semplicemente pazientare, comprendere che per certe situazioni non si possono avere risposte immediate, ma non ho proprio nel mio essere la codifica di questa saggia modalità di concepire lo scorrere degli eventi.
Vorrei correre, agguantare, smuovere, agitare le situazioni perché nei creino delle altre, nella continua ricerca di spunti e stimoli, per sentirsi vivo, palpitante e frenetico.
E invece, nulla, tutto tace, nulla scorre. Dovrei forse rassegnarmi, oppure, più semplicemente imparare a godere della normalità, e cercare lì, nella consuetudine, le gioie e le soddisfazioni.
Forse, dovrei cambiare per comprendere cosa veramente conta nella vita.
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