martedì 28 giugno 2016

Un giorno d'estate...

Il caldo era opprimente, torrido e l'asfalto all'orizzonte sfavillava, tanto il sole si era incaponito ad incendiarlo. Con la bicicletta, pestando con i pedali con un forsennato, sudando e sbuffando come stessi per raggiungere la cima Coppi, cercavo di raggiungere il vicino oratorio, cercando di trovare svago in quelle vacanze estive piene solo di litigi e miserie familiari.
Un cartellone sbiadito mostrava il programma all'ingresso dell'enorme passo carraio, in cui spiccava una fotocopia di una locandina cinematografica.
Verso le 15 avrebbero proiettato, nella piccola sala salesiana un western all'italiana: Lo chiamavano Trinità.
Non fu difficile trovare posto in quella domenica in cui tutti erano al mare o ai monti e, curioso nei miei sette anni avidi di domande, mi accomodai tra le prime file, godendomi ogni singolo fotogramma, ridendo delle scazzottate e delle battute.
Amai subito i protagonisti, sopratutto l'omone burbero di nome Bambino, che mal sopportava il dispettoso fratello Trinità.
Quanto avrei voluto avere un fratello così, forte e paziente, pronto a difendermi dai bulli e dalle difficoltà che la vita troppo presto mi aveva fatto scoprire.
Ora quel fratello immaginario non c'è più e già so che mi mancherà moltissimo...

Addio Bud, sarai sempre nei miei ricordi di bambino.

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