Ho sempre molta difficoltà a partecipare a concorsi o manifestazioni, dove si deve scrivere qualcosa su un tema ben specifico. Forse perché sono sempre alle prese con progetti di narrativa ad ampio respiro o perché il tempo è sempre più tiranno, lasciarsi trasportare da questi input per me è sempre un dramma.
Quando però si viene coinvolti su una tematica come quella della violenza e della violazione dei diritti umani, non riesco proprio a tirarmi indietro.
Conplice l'esuberanza dell'organizzatrice, Francesca Guidi e l'idea per un racconto, nato su due piedi, mi sono ritrovato in questa kermesse itinerante, che ha il compito di sensibilizzare le coscienze, con dibattiti e con l'arte nelle sue varie forme ed espressioni.
Io, nel mio piccolo, provo a dire quel che sento, con gli occhi e l'anima di una donna sconfitta, dalla crisi e da un rapporto in cui lei è solo vittima. Perché non sia solo un pensiero distaccato, perché possa risvegliare le coscienze, perché non capiti mai più.
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