Domani apriranno le porte della consueta kermesse letteraria torinese e mi rendo conto di quanto sia cambiata la percezione e l'interesse verso questa manifestazione.
Prima, agli inizi dei miei tentativi editoriali ero tutto concentrato nel cercare di costruire quei contatti editoriali, tentando di penetrare il mondo editoriale in modo professionale, preparandomi a puntino, ricolmo di manoscritti e di tante speranze.
Ora, dopo tante delusioni, mi sono reso conto che è diventato un modo per incontrare qualche amico, qualche scrittore o comunque, non provando più quasi alcun interesse verso l'offerta del Salone. Starò invecchiando? Sono solo disilluso da questo mondo avaro di soddisfazioni? Forse è solo che ho iniziato a raccogliere i frutti di dieci anni di lavoro incessante e sento il bisogno solo di valorizzare l'aspetto umano di questo ambiente, tra i pochi, occasionali, compagni di speranza e di scrittura.
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