domenica 8 gennaio 2012

Le persone sono cattive?

Durante una serata tra i mille discorsi a braccio intrapresi è venuta fuori questa domanda, apparentemente innocente, ma dai risvolti tutt'altro che scontati. Il mio interlocutore argomentava la cattiveria come una diretta trasformazione della paura, della solitudine, instillata molto spesso da un senso di inadeguatezza nei confronti del mondo circostante. Io, forte delle mie esperienze, sostenevo invece che è un  tratto distintivo che non ha bisogno di particolari stimoli per germogliare. Credo sia più una naturale predisposizione al desiderio più o meno inconscio di rivalsa verso il prossimo, di dimostrazione di un potere effimero quanto potente, basato sulla calunnia, o con gesti gratuiti che non fanno altro che isolarci vicendevolmente. Non so chi abbia ragione, credo in buona misura entrambi, ma vorrei citare il pensiero di Ryū Murakami, scrittore, sceneggiatore e regista giapponese: La cattiveria nasce da sentimenti negativi come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Viene da un vuoto dentro di te che sembra scavato con il coltello, un vuoto in cui rimani abbandonato quando qualcosa di molto importante ti viene strappato via.
Chissà se usciremo da questo vuoto, un giorno...

2 commenti:

  1. Penso il dover arrivare ad ogni costo,imposto dalla società, porti le persone a ignorare, dimenticare e approfittare di chi ci sta vicino per realizzare la nostra sete di potere e successo.
    Forse ci si dimentica che le comunità si son create con la collaborazione e l'aiuto reciproco, ora esiste solo società finanziare ed economiche, la società fatta di persone è a mio modo di vedere estinta.

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  2. Questa può essere una molla, ma non l'unica. Personalmente mi capita di assistere a gesti assolutamente gratuiti e nemmeno motivati, e questo mi urta molto. Non penso sia colpa di questi 'tempi moderni' ma dell'esaltazione dell'individualismo più generalizzato che accentua l'innata predisposizione di molti alla cattiveria.

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