Nonostante intorno a te si muovano una miriade di persone, tra amici, conoscenti, colleghi e estranei, anche a uno tendenzialmente espansivo come me, salta la mosca al naso. La voglia di rifugiarsi nei propri pensieri, piuttosto che in un luogo deserto e privo di qualsiasi contatto umano, prende il sopravvento.
Non è una vera e propria repulsione del genere umano, piuttosto una concreta ricerca della solitudine, come mezzo per trovare un equilibrio di fronte alla quotidianità e alle innumerevoli fonti di stress. Spesso non viene compreso questo impulso isolazionistico, ed esternarlo su queste pagine certo non aiuta a risolvere questa impellenza breve, ma desiderata con forza.
Forse è solo voglia di fare selezione, tra ciò che è semplice contatto occasionale e vera e sentita comunione di intenti e di sensibilità più o meno simili. Una cosa è certa, passa presto, anche se resta sempre qualcosa di sopito, di profondo, che risorge di tanto in tanto con rinnovato vigore...
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